L’espropriazione e l’obbligo di tolleranza sono strumenti fondamentali del diritto urbanistico e ambientale nei Paesi Bassi. Essi consentono la realizzazione di progetti pubblici e infrastrutturali che altrimenti potrebbero essere ostacolati dalle obiezioni di proprietari o vicini. La base costituzionale dell’espropriazione è sancita dall’articolo 14 della Costituzione, sviluppata dalla Legge sull’Espropriazione (Onteigeningswet) e dal Regolamento sulla valutazione d’impatto ambientale (Besluit milieueffectrapportage), mentre l’obbligo di tolleranza è regolato da disposizioni specifiche nei piani urbanistici e nei permessi ambientali (in particolare dalla Legge sulle disposizioni generali del diritto ambientale – Wet algemene bepalingen omgevingsrecht). Tuttavia, quando gli enti coinvolti – dai comuni alle agenzie idriche, dagli sviluppatori immobiliari alle società energetiche – o i loro organi direttivi e di controllo sono accusati di cattiva gestione economica, frode, corruzione, riciclaggio di denaro o violazioni delle sanzioni internazionali, lo stato di diritto e l’attuazione dei progetti vengono immediatamente compromessi. I ritardi nei progetti infrastrutturali, nelle misure di bonifica o nelle aree industriali comportano allora conseguenze non solo economiche, ma anche ecologiche, poiché i terreni inquinati restano inutilizzati e gli investimenti necessari vengono sospesi.
Cattiva gestione economica nelle procedure di espropriazione e tolleranza
Nelle procedure di espropriazione, è fondamentale una rigorosa valutazione dei beni per determinare un risarcimento equo e coprire eventuali multe o costi di bonifica. La cattiva gestione economica si manifesta, tra l’altro, con perizie obsolete, budget insufficienti per le cause legali o sottovalutazioni dei costi di bonifica. I comuni o gli enti pubblici che sottostimano sistematicamente il proprio budget per le spese legali o le analisi del suolo possono ritrovarsi improvvisamente ad affrontare oneri imprevisti quando viene presentato un gran numero di ricorsi. Questo ritarda l’esecuzione delle espropriazioni, rallenta i progetti ferroviari o elettrici ed espone le aree naturali sensibili a una pressione ambientale prolungata. In questi casi, investitori e appaltatori richiedono spesso ulteriori garanzie bancarie e premi di rischio, determinando un’escalation esponenziale dei costi di progetto e l’erosione del sostegno pubblico.
Frode nelle valutazioni e negli accordi di tolleranza
La frode nelle procedure di espropriazione e tolleranza si manifesta soprattutto attraverso la manipolazione dei dati catastali e la falsificazione di relazioni ambientali o del suolo. Una società di perizie che, in accordo con un funzionario, sottovaluta artificialmente il prezzo del terreno per ridurre l’indennizzo, oppure uno studio di consulenza che minimizza deliberatamente i livelli di inquinamento per contenere i costi di bonifica, compromette il principio della certezza giuridica dei proprietari. Quando tali comportamenti vengono alla luce, le procedure già concluse vengono spesso riaperte, vengono presentati nuovi ricorsi e le decisioni di tolleranza vengono annullate. Questo porta a una valanga di richieste di risarcimento e alla necessità di ripetere le procedure di espropriazione, con un carico enorme per le risorse pubbliche e tempi di attuazione molto lunghi.
Corruzione nell’espropriazione e nell’obbligo di tolleranza
La corruzione in questo ambito assume diverse forme: un funzionario che riceve in segreto “compensi per consulenze” in cambio della concessione o dell’attenuazione di un obbligo di tolleranza, oppure un agente immobiliare che coinvolge sviluppatori in schemi corruttivi per ottenere terreni espropriati a un prezzo artificialmente basso. Tali pratiche portano non solo a indagini penali, ma rendono nulli gli accordi di espropriazione e tolleranza. Il giudice amministrativo può quindi decidere di annullare completamente le decisioni interessate, costringendo le autorità competenti a ripetere le misure, le negoziazioni e gli indennizzi – causando anni di ritardi e scoraggiando gli investimenti pubblici e privati.
Riciclaggio di denaro tramite transazioni immobiliari
Le strutture di riciclaggio di denaro emergono spesso attraverso l’acquisto e la rivendita ripetuta di terreni prima dell’avvio delle procedure di espropriazione. Gruppi criminali creano società fittizie che, tramite strutture complesse, acquistano terreni il cui utilizzo “legale” serve da copertura per il riciclaggio. Una scarsa due diligence da parte dei comuni o un notaio corrotto possono facilitare questo processo. Quando il Servizio fiscale di intelligence e investigazione (FIOD – Fiscale Inlichtingen- en Opsporingsdienst) o altre autorità di vigilanza finanziaria scoprono tali transazioni sospette, le procedure di espropriazione e tolleranza in corso vengono immediatamente sospese, i progetti bloccati e le indagini penali possono durare anni. Gli obiettivi originari – come l’ampliamento di aree naturali o la costruzione di linee elettriche – risultano così compromessi.
Corruzione sistemica e conflitti di interesse
La corruzione nel contesto dell’espropriazione e dell’obbligo di tolleranza va oltre la semplice tangente, riflettendo una cultura di scambi di favori e nepotismo politico. Questo si manifesta, ad esempio, nell’acquisto sistematico di consenso politico per modificare piani urbanistici o nel favoritismo costante verso determinati sviluppatori attraverso politiche agevolate. In tali sistemi, i controlli indipendenti sono assenti: le revisioni interne vengono ignorate, le segnalazioni di conflitti di interesse non vengono trattate e i consiglieri comunali votano in violazione delle proprie linee guida. Quando una tale situazione diventa pubblica, spesso porta a crisi politiche e mozioni di sfiducia. Il Ministro degli Interni può allora intervenire invocando l’articolo 46 della Costituzione, trasferendo la competenza sulle espropriazioni e sugli obblighi di tolleranza a una commissione statale – con tutte le implicazioni burocratiche che ciò comporta.
Violazione delle sanzioni internazionali
Sebbene l’espropriazione e l’obbligo di tolleranza siano questioni principalmente nazionali, le sanzioni internazionali possono entrare in gioco quando attori esteri o entità sanzionate partecipano a progetti di sviluppo – ad esempio parchi eolici offshore o corridoi di trasporto transnazionali. L’assegnazione di diritti d’uso o l’imposizione di obblighi di tolleranza a società presenti in liste di sanzioni può comportare il blocco immediato dei sussidi europei, multe secondo la legislazione sulle sanzioni e il congelamento dei contratti in tutta l’UE. Queste violazioni non solo mettono a rischio progetti strategici nei settori dell’energia e delle infrastrutture, ma danneggiano anche la reputazione dei Paesi Bassi come partner di investimento affidabile, rendendo più difficile l’ottenimento di collaborazioni e finanziamenti futuri.